BENESSERE: OLTRE IL DNA

E se la cellula non fosse l’unità fondamentale della vita? E se il DNA non fosse così centrale nel nostro sistema biologico?

La fisica quantistica getta delle luci molto interessanti sulla comprensione del funzionamento dell’organismo umano. Se lo scienziato tedesco Rudolf Virchow, verso la fine del 1800, sosteneva che la cellula fosse la più piccola unità vivente e che le malattie fossero la conseguenza di disturbi cellulari, di diverso parere apparvero le teorie di Alfred Pischinger. Nel 1975 Pischinger, professore di istologia ed embriologia all’Università di Vienna, ribaltò la precedente visione di sistema chiuso proponendo invece la teoria dei sistemi aperti. Sulla base dei suoi esperimenti, infatti, arrivò alla conclusione che il benessere dell’organismo non dipende dalla salute delle singole cellule ma dall’ambiente in cui le cellule si trovano immerse. Tale ambiente viene definito matrice o mesenchima o spazio extracellulare e corrisponde a quel tessuto che fa da sostegno e connessione tra le cellule, apporta nutrienti attraverso i capillari ed elimina tossine con i vasi linfatici. L’importanza della matrice è evidente anche numericamente: le cellule rappresentano il 30% del volume del nostro corpo mentre lo spazio extracellulare ben il 70%. 

Secondo Pischinger l’ambiente extracellulare riveste un ruolo fondamentale per la salute dell’intero organismo tanto che “prima che si ammali la cellula, si ammala il liquido interstiziale”. Se la matrice risulta per lunghi periodi intossicata, ad esempio in condizioni di acidosi o di infiammazioni croniche, le cellule faticheranno a ricevere i nutrienti necessari e questo metterà le basi per l’insorgenza di numerose patologie. 

Nonostante l’ereditarietà e l’importanza del patrimonio genetico siano indubbie, risulta sempre più chiaro che la salute della matrice possa interferire nell’espressione di alcuni geni. Questo significa che se il liquido interstiziale è pulito, alcune malattie per le quali saremmo geneticamente predisposti possono non esprimersi. Al contrario, una matrice intossicata può avere risonanze negative fino al DNA ma anche ripercussioni sul nostro stato psico-emotivo.

Ecco perché qualsiasi approccio terapeutico dovrebbe per prima cosa basarsi su un processo di detossicazione della matrice e perché è così importante praticare durante l’anno delle pratiche di depurazione.

Il DNA non è tutto. L’ambiente fisico, energetico ed emozionale nel quale decidiamo di vivere fa veramente la differenza. 

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