Hai mai provato a misurare il tuo pH? Perché è così importante mantenere un ambiente interno alcalino? Da cosa dipende la variazione del pH e come fare per riportarlo su valori ottimali?
La scala del pH varia tra 0 e 14: 0 rappresenta la massima acidità, 14 la massima basicità, 7 la neutralità. Nel nostro organismo i processi vitali avvengono solo se il pH è stabile e leggermente alcalino: 7,23 – 7,42. Gli enzimi sono molecole che catalizzano le reazioni di trasformazione delle sostanze chimiche all’interno del nostro corpo e le sostanze intermedie prodotte sono acidi organici. Dal momento che gli enzimi vengono attivati da vitamine o oligoelementi, la carenza di questi nutrienti può provocare un rallentamento o addirittura un blocco enzimatico che si traduce in un accumulo di acidi, smaltiti poi dai reni con formazione di urina acida.
Un modo molto semplice per valutare il proprio pH è quello di acquistare in farmacia delle cartine tornasole, raccogliere le urine e immergere la cartina nel campione. Nonostante il pH delle urine sia soggetto a variazioni più ampie rispetto a quello del sangue, il colore che apparirà sulla cartina potrà essere confrontato con una scala cromatica che monitora il cambiamento di acidità nel corso della giornata. Lo stesso procedimento può essere effettuato anche con la saliva: valori ottimali per le urine del mattino sono non superiori a 7.5, mentre per la saliva tra 6.5 e 7.5.
Nella società attuale la tendenza è quella di avere livelli di pH troppo acidi: questo è dovuto ad una dieta squilibrata ma anche ad uno stile di vita sempre più sedentario. Il lavoro statico, magari in un ufficio poco areato, determina una discesa del pH, mentre una passeggiata all’aria aperta lo fa salire. Una migliore ossigenazione, infatti, brucia gli acidi organici trasformandoli in anidride carbonica che viene prontamente eliminata dai polmoni. Ecco perché respirare bene è così importante!
Nelle malattie croniche, soprattutto quelle legate ad accumulo di acidi urici come le forme reumatiche (reumatismi, artriti, osteoporosi), ma anche nelle patologie psichiche (nervosismo, ansia, depressione, instabilità d’umore) si è in presenza di pH troppo acido.
Quali alimenti scegliere e quali eliminare per contrastare l’eccesso di acidità tipico dei nostri tempi? I cibi più acidificanti sono gli zuccheri raffinati (dolci, farine raffinate, bevande zuccherate e gassate), gli alcolici e le proteine animali. Alimenti alcalinizzanti sono essenzialmente vegetali, frutta e verdura. Ecco uno schema utile per imparare a mangiare con più coscienza.
Il concetto di acidità e basicità era anticamente già conosciuto e nella Medicina Tradizionale Cinese veniva espresso utilizzando i termini yin e yang. Questi due parametri, che indicano le tendenze opposte in tutti i fenomeni della natura, uomo compreso, possono anche essere applicati al discorso alimentare. Secondo la macrobiotica le piante che crescono in inverno, ad esempio, sono più yang (accumulano energia verso il basso, hanno meno acqua, principi nutritivi più concentrati) mentre quelle estive sono più yin (sviluppano energia verso l’alto, sono acquose, hanno più acidi e principi attivi più diluiti). Quando mangiamo cibi yin la nostra energia va verso l’alto e si disperde, quando mangiamo cibi yang il corpo si contrae e si irrigidisce.
L’uomo, perfetto equilibrio tra yin e yang, dovrebbe nutrirsi in modo da conservare tale equilibrio, tenendo in considerazione che l’alcalinità rappresenta una caratteristica yang mentre, al contrario, l’acidità sarà yin. Attraverso lo schema seguente sarà facile scoprire la polarità dei vari alimenti.
Da notare come, anche secondo la macrobiotica, un’alimentazione a base di cereali integrali, legumi e verdure sia quella più sana ed equilibrata.
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