Il caffè è una bevanda largamente consumata in tutto il mondo e apprezzata per le sue proprietà toniche e stimolanti. Per molti rappresenta la carica mattutina, per altri un irrinunciabile momento di pausa e convivialità.
Siamo, però, proprio sicuri che il caffè sia un toccasana per la nostra salute?
Se è vero che i media tendono periodicamente a riportare notizie relative a studi scientifici che esaltano i benefici del caffè, molti altri ne mettono in luce i pericoli.
Per prima cosa è opportuno distinguere il caffè verde da quello che comunemente viene usato macinato. Il primo, non essendo tostato, mantiene interessanti proprietà che si perdono invece con le successive lavorazioni: grande ricchezza in polifenoli antiossidanti (il più importante è l’acido clorogenico); livelli più bassi di caffeina con assorbimento più lento e graduale da parte del nostro organismo, proprietà anti-diabete, pH meno acido …
La tostatura, invece, sottoponendo i chicchi a temperature superiori a 220°C, carbonizza i chicchi, aumentandone le caratteristiche aromatiche ma, di fatto, distruggendo le sostanze utili e formando potenziali tossine come tannini e alcaloidi. Il problema maggiore del caffè tostato è, inoltre, rappresentato dagli alti livelli di caffeina.
La caffeina – ma lo stesso discorso, anche se più lieve, vale per la teina – è un eccitante psichico e cardiovascolare che a lungo termine può portare disturbi circolatori e gastrointestinali, con effetti antiipotensivi imprevedibili. Interferisce con il naturale ritmo sonno-veglia, può aumentare i livelli di colesterolo e tende a creare dipendenza. Il caffè e le bevande contenenti caffeina, ad esempio la Coca Cola, aumentano inoltre la perdita di calcio dalle ossa e sono sconsigliate in presenza di osteoporosi. Gli studi più recenti dimostrano poi che i forti consumatori di caffè presentano carenze di acido folico (vitamina B9) e magnesio.
Evitare, in ogni caso, di sostituire il caffè con quello decaffeinato, nel quale l’estrazione della caffeina avviene con solventi chimici derivati dal petrolio.
Cosa bere, allora, se eliminiamo caffè e tè? Esistono in commercio delle miscele di tè con un contenuto di teina bassissimo o addirittura assente:
- Il tè bancha, chiamato anche “tè dei tre anni”, si ottiene lasciando seccare la pianta sul terreno per tre anni in modo da perdere quasi del tutto la concentrazione di teina. È un tè remineralizzante, ricco di calcio, disintossicante, tonificante e digestivo; ottimo anche per i bambini.
- Il tè mu è una miscela di 16 piante tra cui angelica, ginseng, cannella, liquirizia e angelica. È un tonico per il cuore e il sistema nervoso e stimola la produzione di globuli rossi.
- Il tè verde è diuretico, drenante e antiossidante. Rispetto ai primi due è più ricco di teina.
- Lo yannoh può essere considerato un sostituto del caffè. È conosciuto anche come caffè di cereali ed è preparato con orzo, soia, ceci, riso, azuki. Con il caffè d’orzo è quello che più si avvicina al gusto del caffè tradizionale.
Con un po’ di pazienza e buona volontà le giornate potranno cominciare con energia e con un sorriso anche senza una fumante tazza di caffè!