LA PAURA UCCIDE

Secondo la millenaria Medicina Tradizionale Cinese la paura è un’emozione energeticamente collegata ai reni. Quando proviamo paura la discesa del Qi verso il basso stimola eccessivamente i reni determinando

vari sintomi, tra i quali alterazione della minzione: non a caso nel linguaggio popolare si dice “farsela sotto dalla paura o dallo spavento”.

Una visione più scientifica arriva, invece, dalla PNEI, psiconeuroendocrinoimmunologia, la scienza che studia le interazioni tra i sistemi nervoso centrale, endocrino e immunitario e il loro effetto sul comportamento umano e animale.

La maggior parte delle ricerche internazionali legate allo stress, all’ansia e alle paure rileva che la molecola principalmente coinvolta in tali risposte è il cortisolo, chiamato non a torto “ormone dello stress”. Si è, infatti, osservato che la paura attiva l’asse dello stress HPA (ipotalamo-ipofisi-surrene) stimolando la produzione di cortisolo nelle ghiandole surrenali. Questo ormone, prodotto dal corpo a partire dal cortisone, è legato a reazioni quali paura, ansia, stress, inibizione dell’azione e dell’aggressività, sottomissione, evitamento.

Paura e ansia, attivando l’asse dello stress, avviano una risposta di tipo attivo (attacco o fuga) oppure una risposta passiva (inibizione dell’azione). Mentre nel mondo animale la risposta attiva di attacco o fuga è predominante, negli esseri umani la risposta statisticamente più comune è quella dell’inibizione dell’azione, sia fisica che emotivo-psicologica. Fin da bambini ci viene purtroppo troppo spesso insegnato che, di fronte a situazioni stressanti legate alla famiglia, alla scuola o alle altre relazioni interpersonali, sia più utile inibire, controllare e bloccare le reazioni e le emozioni provate. Ciò provoca una forte attivazione dell’asse dello stress con aumento di ormoni inibitori quali il cortisolo. La cronicizzazione di tale risposta si concretizza in uno stato di stress perenne, accompagnato da paure, ansie, angosce e tensioni continue.

A livello fisico alti livelli di cortisolo determinano un aumento della glicemia ed una forte depressione delle reazioni immunitarie. L’ipercortisolismo è, inoltre, associato a sintomi quali stanchezza, gastrite, colite, ipertensione, perdita di tono muscolare, diminuzione della libido, impotenza, depressione, diminuzione della memoria.

In particolare, l’azione del cortisolo sul sistema immunitario si concretizza in una diminuzione dell’attività dei linfociti natural killer, in una alterazione della composizione delle popolazioni microbiche endogene e, di fatto, in un aumento della suscettibilità alle infezioni.

Si può, quindi, concludere che lo stress e le paure rendano il corpo più suscettibile alle malattie infettive, con vero e proprio effetto immunosoppressivo derivante dall’azione del cortisolo sulle cellule immunitarie. Nella reazione da stress il corpo reagisce prontamente aumentando la pressione arteriosa, inibendo la fame, attivando il sistema muscolo-scheletrico, migliorando concentrazione e attenzione ma inibendo il sistema immunitario il più possibile. Tale effetto è ben conosciuto e sfruttato dalla medicina ufficiale che utilizza il cortisone per bloccare le infiammazioni.

La paura è pericolosa. Forse ancora più di un’infezione. Lavorare sulle proprie paure e sullo stato di stress cronico diventa sempre più, nell’umanità attuale, una doverosa forma di prevenzione.

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