NAVIGANDO SUL MARE DELLE EMOZIONI

Nel Teatro della Vita le emozioni ci travolgono, si impossessano di noi, annebbiano la nostra coscienza e prendono il sopravvento su tutto. Hanno l’aspetto di un mare sul quale noi, quotidianamente, navighiamo: un mare a tratti calmo e

placido, sul quale scivolare e lasciarsi cullare ma che a momenti conosce la burrasca più violenta che tutto travolge e tutto distrugge.

Da esseri tranquilli, moderati e comprensivi diventiamo in un attimo aggressivi, tristi e giudicanti. La nostra Ombra prende spazio e potere, oscurando la Luce. Perdiamo immediatamente il contatto con il cuore e ci trinceriamo nella freddezza della mente. Ci crogioliamo nella rabbia, nella tristezza, nella colpa, nel vittimismo, nell’offesa, nella recriminazione, nel giudizio …

Quando cerchiamo un colpevole delle nostre frustrazioni e della nostra tempesta emozionale, quasi sempre esso è … l’altro. C’è un altro nelle nostre vite che ci fa arrabbiare, ci offende, ci giudica, ci tratta male, ce l’ha con noi! Questo altro può vivere nelle nostre case, essere un nostro famigliare, un collega, un amico, un conoscente … non importa. Quello che conta è che ha il potere, come una folata di vento, di increspare il nostro mare e di renderlo innavigabile.

Eppure le regole del mondo emozionale parlano chiaro e ci possono aiutare a cambiare prospettiva:

Se ci fanno arrabbiare, siamo noi che abbiamo scelto di provare rabbia. Ascoltiamola e cerchiamo di capire realmente da dove essa provenga.

Se ci sentiamo offesi da qualcuno o qualcosa, proviamo a domandarci cosa quel qualcuno o quel qualcosa ci sta mostrando di noi.

Se ci fanno sentire tristi proviamo a cercare dentro di noi la provenienza di questa tristezza.

Se ci sentiamo screditati proviamo a comprendere perché abbiamo così poca stima di noi.

Se ci fanno sentire in colpa riflettiamo su quale nostra ferita emozionale si sta attivando.

Se prendiamo le cose della vita in modo personale ricordiamoci che non siamo al centro del mondo.

Se ci sentiamo attaccati da qualcuno o qualcosa proviamo ad indagare perché abbiamo così bisogno di difenderci.

A volte queste regole le conosciamo bene ma nonostante ciò non riusciamo a fare a meno di cadere e ci ritroviamo come una piccola vela in mezzo alla burrasca. È faticoso ma è proprio questo il momento in cui aggrapparsi con forza all’albero della barca, fermarsi e ascoltarsi. Perché la tempesta viene in nostro soccorso per superare l’impasse emozionale che vive dentro di noi. Perché la burrasca ci mostra a che punto siamo della nostra evoluzione e ci dà l’opportunità di vedere l’altro come un maestro invece che come un nemico. Un maestro che ci indica le ferite che ancora abbiamo da guarire e le ombre che ancora chiedono di essere integrate.

Perché nella vita c’è sempre un’altra scelta. Perché possiamo fare invece di criticare, accettare invece di offenderci, coltivare gioia invece di tristezza, comprendere invece di attaccare, amare invece di arrabbiarci. Perché l’altro siamo noi e tutto ciò che facciamo all’altro lo stiamo facendo a noi stessi.

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